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CARO CAPAX DEI
Prima mostra fotografica personale di
Benedetta Montini, alla galleria il museo
del louvre di Roma in occasione
dell’apertura di un nuovo spazio dedicato
alla fotografia. Nascono così delle immagini ospiti di uno spazio angusto, saturo di calcinacci e detriti, illuminato solo da due neon appoggiati alle pareti, luogo non finito quindi denso di possibilità. L’artista intraprende un gioco-lotta con il controluce dei neon, attraverso uno sforzo del corpo tenta di superare la clausura dell’ambiente sotterraneo che assorbe il gesto e riempie la campitura fotografica, limitandone l’impresa. Benedetta Montini con la serie di fotografie CARO CAPAX DEI, intende fare un omaggio a Francesca Woodman, utilizzandone il linguaggio dell’autoscatto al quale sottrae la luce naturale, elemento chiave degli scatti della fotografa americana, per lavorare sul concetto scultoreo del “non finito” in Michelangelo. Tenta una traduzione in foto – grafia della parzialità scultorea, utilizzando una scrittura limitata dal controluce, dove il corpo tenta innumerevoli slanci, super-azioni per definire il concetto di CARO CAPAX DEI: la carne è capace di Dio. Il gesto è accidentato dal buio e la carne riemerge solo dove è bagnata dalla luce, obbligando l’osservatore ad un lavoro percettivo di conclusione dell’immagine. Le foto segnano il percorso di un allenamento fisico, per sottrarsi ai sofismi, al dualismo corpo-anima, alle gabbie dell’ ipertrofia razionalista e materialista che segna il nostro tempo. Nell’epoca del fotoritocco e dell’ esaltazione plastica dei corpi, l’artista mortifica il tecnicismo fotografico con le condizioni ambientali per |
Photo Performance / Mostra personale
dal 3 aprile al 20 aprile 2012 |